Il Parlamento Europeo ha approvato la riforma del copyright, lasciando praticamente inascoltate le numerose proteste inscenate dai giganti del web.
Martedì 26 Marzo 2019 con 348 si e 274 no il Parlamento Europeo pone fine ad una delle questioni più tormentate degli ultimi anni, e ad uscirne sconfitti sono i grandi colossi del web, mentre esultano le associazioni di editori, i creativi, gli artisti e tutte quelle piccole testate che sperano ora di poter negoziare compensi più equi per la pubblicazione dei loro contenuti sul web.
I punti più importanti della riforma sono:
- Le piattaforme online saranno responsabili dei contenuti che gli utenti caricano;
- Meme o GIF espressamente esclusi dalla direttiva;
- Hyperlink ad articoli di attualità accompagnati da “singole parole o brevi estratti” possono essere condivisi liberamente;
- I giornalisti devono ottenere una quota delle entrate legate al diritto d’autore ottenute dal loro editore;
- Le start-up saranno soggette ad obblighi meno rigidi
Ad essere esclusi dalle nuove direttive saranno gli snippet (ma il testo a corredo viene specificato nel testo appena approvato che dovrà essere “molto breve”), le enciclopedie online non commerciali (Wikipedia), meme e GIF, le piattaforme software open source – prima fra tutte GitHub – e i contenuti per l’insegnamento e la ricerca scientifica (che saranno gratuiti “per preservare il patrimonio culturale”).
Con la riforma passano anche i tanto discussi articoli 11 (la cosiddetta “link tax”) e 13, quest’ultimo attaccato con tutte le forze da YouTube che ritiene che con la sua approvazione diversi video non potranno più essere accessibili.
Nelle prossime settimane la palla passerà al Consiglio dei Ministri UE che dovranno approvare formalmente l’accordo, e successivamente agli Stati Membri, chiamati a recepire a livello nazionale la direttiva.
La nuova legge entrerà in vigore due anni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale UE
Per saperne di più: Approvate le nuove regole sul diritto d’autore online